Uso Instagram dal 2010, dal giorno in cui è uscito nell’app store. Ho visto cambiare tantissimo questa app in questi dieci anni ma ci sono delle cose che sembrano non cambiare mai. Non parlo di cose positive, parlo di modi discutibili di usare questo ambiente sociale.
In questo episodio del mio podcast voglio parlarti proprio di alcune cattive abitudini che tanti hanno su Instagram.
Il mito del feed “omogeneo”
Questa è una delle ossessioni più diffuse su Instagram, ho dedicato un post a questa cosa e l’ho pubblicato pochi minuti prima di questa puntata del podcast.
L’idea di questa puntata mi è venuta proprio da questa mania, secondo me, ingiustificata. Stavo parlando con una fotografa che mi chiedeva dei consigli in chat su Instagram. Scrollando le sue foto mi sono soffermato sulla foto di un cappuccino che sembrava alieno, la schiuma era verde. Da appassionato di caffè le ho ingenuamente chiesto se fosse un cappuccino speciale. Lei ovviamente mi ha risposto che era un cappuccino normale e che la schiuma verde era un problema causato dal filtraggio scelto. A quel punto io le ho chiesto “eh ma perché hai scelto quel filtro, non funziona con quella foto” e lei mi ha risposto che altrimenti la foto non si adattava al feed, alla griglia. Io questa cosa la trovo assurda.
Facciamo un passo indietro nella storia di Instagram. All’inizio Instagram aveva una sezione di curata dal suo staff in cui venivano suggeriti degli Instagramer. Molti di questi autori avevano uno stile riconoscibile soprattutto per l’uso sapiente dei pochi filtri allora disponibili su Instagram. Da allora si è diffusa la convinzione che avere un feed di foto con gli stessi colori in tutte le foto sia il modo migliore per ricevere attenzione e seguito. Niente di più insensato secondo me, l’unica vera omogeneità che conta è quella della qualità dei tuoi contenuti. Le persone si interessano a chi pubblica contenuti interessanti, di qualità. Non convincerai nessuno che le tue foto, i tuoi video o i tuoi caroselli sono meritevoli di attenzione semplicemente spalmandoci sopra un filtro.
Tip:
Uno stile riconoscibile è apprezzato. Io, nel mio piccolo, presto grandissima attenzione ai colori che uso nei miei caroselli per esempio. Ma non deve essere una ossessione, non cercare armonia tra i tuoi contenuti tramite dei filtri o altri artifici. Sforzati di sviluppare un piano dei contenuti coerente per i temi che tratti.
Pubblicare tutti i giorni
Anche questa è una di quelle credenze che resiste dagli albori di Instagram. Quando ancora non c’erano milioni di persone su Instagram, grazie al fatto che tutti i tuoi follower vedevano i tuoi contenuti, ogni volta che pubblicavi una foto ricevevi tante interazioni. Queste interazioni contribuivano a fare posizionare la tua foto nelle pagine degli hashtag, dei luoghi e qualche volta anche su esplora. E così di fatto raggiungevi nuove persone e il tuo profilo cresceva. Aveva senso allora pubblicare tanto, anche a discapito della qualità del contenuto.
Oggi questa cosa non ha nessun senso, per me non ce l’ha mai avuto, ma oggi è solo controproducente. Dovresti chiederti piuttosto cosa davvero ha un effetto positivo sulla salute del tuo account Instagram. Nel mio caso a portare risultati interessanti sono i contenuti che mi impegnano tanto, che richiedono tempo per la loro realizzazione. E molto probabilmente è così per tutti.
Tip:
Dedica più tempo a creare pochi contenuti ma molto buoni e usa le storie per essere presente e ricordare ai tuoi seguaci che ci sei.
Hashtag e menzioni nella bio
Questa cosa di mettere degli hashtag nella bio secondo me le persone la fanno solo perché si può fare, non vedo altra spiegazione. Fatta eccezione per quegli account che sono delle community che ripostano contenuti altrui, chiedendo ai follower di usare un certo hashtag per segnalare le foto, trovo che sia inutile nel 99% dei casi.
Le persone che passano dal nostro profilo dedicano pochissimi secondi a leggere chi siamo, cosa facciamo e non è una buona idea distrarle con un hashtag inutile.
Discorso simile per le menzioni, spesso chi ha più di un account tenta di ottenere più traffico linkando i profili con una menzione nella bio. Così il traffico lo si dimezza, perché le persone finiscono per andare da una pagina all’altra disorientate.
Tip:
Se hai più profili e vuoi approfittare della notorietà di uno dei due per spingere l’altro, per prima cosa i due account dovrebbero essere correlati in qualche modo. E secondo me il modo per trasferire traffico da uno all’altro è creare dei contenuti, magari delle storie che vanno via in 24 ore, in cui parli dell’altro tuo progetto e spieghi perché potrebbe essere interessante seguirlo.
Font diverso nella bio
Ma davvero c’è qualcuno che pensa che sia efficace usare un carattere diverso? Pensano davvero di fare colpo con questa cosa? Al di là dell’efficacia di questa strategia geniale per fare colpo, devi sapere che questo ha un effetto negativo non indifferente.
Su Instagram è previsto l’uso di caratteri e quando ne vedi di diversi, in realtà non sono nemmeno dei caratteri. Sono dei glifi, come delle emoticon per capirci. Questo vuol dire che se scrivi ristorante con quei caratteri, per instagram non c’è scritto davvero ristorante nella tua bio. Ci sono solo dei segni che non significano niente e quindi il tuo profilo non viene indicizzato per le parole chiave giuste e ti perdi un sacco di traffico da ricerche che le persone fanno.
Tip:
Se vuoi distinguerti e colpire le persone che passano dal tuo profilo, l’unico modo sensato per farlo è scrivere bene la tua biografia facendo capire chi sei, cosa fai e perché dovrei seguirti.
Condividere ogni menzione nelle storie
Hai presente che quando ti menzionano in una storia, Instagram ti avvisa con un messaggio? E che sotto quel messaggio c’è un pulsante che ti permette di condividere la storia in cui vieni menzionato nelle tue storie? Ce l’hai presente no?
Cosa succede nel 90% dei casi in cui vedi una menzione condivisa nelle storie? Vai avanti. Questo ha un duplice effetto. Quel profilo ti annoia e se continua a farlo piano piano ti stancherai di vedere i suoi contenuti. Come se non bastasse con il tuo skip, con il tuo saltare in avanti alla prossima storia, stai dicendo a Instagram che quel contenuto non ti interessa. E quindi che quel profilo non ti interessa, più volte lo fai e meno Instagram ti mostrerà storie e post di quel profilo.
Ecco perché non devi annoiare tutti ripostando ogni storia in cui ti menzionano.
Tip:
So cosa stai per dire, tu vuoi ringraziare il profilo che ti ha menzionato. Le tue intenzioni sono buone, ma come ti ho spiegato di fatto non gli stai facendo un grande favore.
Se vuoi davvero ringraziare chi ti ha menzionato ci sono modi migliori. Io registro un video messaggio in cui ringrazio per quella menzione e ne approfitto per avviare una conversazione.
Sponsorizzare i contenuti che sono andati male
Per me un post che non viene apprezzato è il modo migliore per capire dove devo migliorare. C’è invece chi pensa che avere dei post che hanno meno interazioni di altri sia una cosa negativa. E la cosa più assurda è che molti spendano dei soldi per cercare a tutti i costi di livellare le interazioni tra i vari post del feed. Se un post non viene apprezzato vuol dire che il contenuto non funziona, è fuori da ogni logica investire denaro o altre risorse su qualcosa che non funziona.
Tip:
Al contrario dovresti fare una analisi e capire quali sono i tuoi post che hanno performato meglio, che hanno raggiunto più persone e che ti hanno portato più follower. Sono tutte cose che puoi vedere dalle statistiche di Instagram o da tool come Ninjalitics se vuoi ancora più dati. Questi sono i post su cui devi basarti per creare i tuoi prossimi contenuti, e sono anche i post su cui dovresti investire e che dovresti sponsorizzare per fare crescere il tuo profilo.