Ho sempre pensato che se Instagram dedica un quarto della sua interfaccia di ricerca agli hashtag, devono per forza essere importanti. Negli anni ho sviluppato una mia visione sull’argomento e un mio metodo per sfruttarli meglio che posso, sia per me che per i miei clienti. Così ho deciso di creare questa piccola guida su come usare gli hashtag su Instagram in cui troverai:
- una spiegazione del funzionamento degli hashtag
- il mio metodo per trovare hashtag efficaci
- i tool che uso per le mie ricerche
Ti avviso, sarà un’articolo lungo. Preparati un caffè, mettiti comodo e partiamo con l’introduzione.
Hashtag su Instagram: una piccola introduzione
Mi ricordo ancora di quando i post comparivano tra i post recenti nel momento in cui l’hashtag veniva aggiunto alla foto. Stavamo tutti a cambiare gli hashtag dopo un po’ per dare alla foto una nuova botta di visibilità, altri tempi. Anche dopo questo cambiamento, hashtag insensati come tagsforlikes o instalike davano ancora dei “risultati”. Uso le virgolette perché per me ricevere like da chi vuole solo un mio like in cambio non è un risultato degno di nota. Non ho mai aspirato ad avere numeri per fare il figo con gli allocchi. Infatti non ho 500K followers e non mi sarebbe costato un centesimo averli, visto che lavoravo per l’azienda produttrice di un noto bot per Instagram.
Ma torniamo agli hashtag. Siamo passati da un uso smodato di hashtag ad minchiam al non uso degli hashtag. Esatto, molti oggi non li usano. Semplicemente perché dedicare trenta secondi a copiare e incollare hashtag da qualche sito web, improvvisamente non porta più quei “risultati” (di nuovo tra virgolette), adesso serve capire, studiare, fare dei test. E il 99% degli utenti non è disposto a farlo, preferisce convincersi che gli hashtag non servono a niente. Ma soprattutto preferisce la comodità del vittimismo puntando il dito contro l’algoritmo cattivo di Instagram. Già, ma perché l’algoritmo di Instagram è cambiato? È forse perché vuole spillarti dei soldi?
È vero che vuole più soldi ma non li vuole necessariamente da te. È solo che è il momento di fare cassa per Instagram, adesso vende spazi pubblicitari, e una pubblicità per funzionare deve stare in un posto figo, non in una giungla di contenuti mediocri spinti con mezzucci di vario tipo. Quindi niente trucchi, niente scorciatoie. Niente più “aperitivo time con le mie sister”. Oggi Instagram ti premia solo se fai contenuti interessanti. Fine della storia.
Ma io faccio contenuti interessanti è solo che la gente non mi nota. È vero, all’inizio è difficile ma ti assicuro che non è impossibile. Se hai budget, investi subito in pubblicità, meglio ancora se ti rivolgi ad un esperto (i miei contatti li trovi in fondo alla pagina). Se non puoi permetterti da subito di investire in pubblicità, armati di pazienza e buona volontà e punta tutto sulla crescita organica. E qual è la prima cosa fondamentale per crescere organicamente? Categorizzare i tuoi contenuti! Con le giuste descrizioni e con un uso intelligente degli hashtag.
Ed eccoci giunti alla guida vera e propria.
Come usare gli Hashtag su Instagram: la guida
Per comprendere il funzionamento degli hashtag devi tenere a mente tre concetti chiave.
1 – Non esistono hashtag magici
Non lo ripeterò mai abbastanza, nel 2020 conta più di ogni altra cosa la qualità dei tuoi contenuti. E per qualità si intende la capacità del tuo contenuto di fare stare le persone a guardarlo. È questo che vuole Instagram, che gli utenti trascorrano del tempo dentro la piattaforma. Se il tuo contenuto sarà utile allo scopo, sarà mostrato ad altre persone.
Non esistono hashtag capaci di darti improvvisamente più visibilità e farti guadagnare followers. Gli hashtag, piuttosto, aiutano Instagram a capire quali persone possono voler guardare quel contenuto, se li usi male potresti ottenere l’effetto opposto, come spiegheremo nel prossimo punto.
2 – Gli hashtag sono come etichette sui barattoli
Per capire come usare gli hashtag su Instagram, pensa agli hashtag come alle etichette che metti sui barattoli: ti permettono di trovare facilmente quello che stai cercando e di tenere ordinata la tua dispensa.

Esistono etichette di tipo generale come “spezie” o “frutta secca”, ed etichette specifiche come “cardamomo” e “mandorle”. Alcune etichette possono riferirsi a dettagli ancora più specifici come la data di conservazione o il produttore. Seguendo questo ragionamento, ha senso avere un barattolo con le etichette “spezie”, “origano”, “settembre 2018”, “zia Rosa”. Non ha senso invece avere sullo stesso barattolo le etichette “pepe nero”, “origano”, “settembre 2018” e “dicembre 2019”.
Se metti le etichette sbagliate incasini tutta la tua dispensa.
Gli hashtag funzionano allo stesso modo. Devono essere capaci di descrivere e categorizzare le tue foto (e quindi il tuo account).
Semplice, no?
Prendiamo questa foto per esempio.

Ho scelto tre gruppi di hashtag per questa foto:
- hashtag descrittivi del contenuto (caffè, bevande, cibo)
- hashtag relativi al genere fotografico (food photography)
- hashtag di varie community che seguo (ifpgallery, manmakecoffee)
Queste tre tipologie di hashtag mi permettono di catalogare bene la mia foto (e quindi il mio account) e di essere più visibile agli utenti che mi interessano.
Nel prossimo punto vedremo come ottimizzare questa esposizione, prima di andare oltre però è necessario fare una precisazione. Se stai pensando di di fregare il sistema mettendo delle etichette che non corrispondono al contenuto del barattolo, sappi che non è per niente una buona idea. Instagram infatti ha un potente sistema di riconoscimento del contenuto delle immagini.

Ho realizzato un piccolo tool che mi permette di leggere cosa ha scoperto Instagram su (quasi) ogni foto pubblicata. Se vuoi provarlo commenta questa mia foto su Instagram con la parola “tool”, se tanti saranno interessati farò una versione pubblica del tool.
3 – L’obiettivo è posizionarsi tra i post popolari
Saprai già che la pagina di ogni hashtag è divisa in due sezioni: recenti e popolari. Quando una tua foto finisce tra quelle popolari per quell’hashtag, l’algoritmo di Instagram le darà maggiore visibilità, non solo nella pagina dell’hashtag stesso, ma anche nel feed di chi ti segue e nella pagina esplora di chi interagisce con quel tipo di contenuti.
Se un hashtag è usato da tanti utenti, posizionarsi nei post popolari sarà difficile, se chi lo utilizza riceve tanti like e commenti l’impresa sarà ancora più ardua. Allo stesso modo se riesci a entrare tra i post popolari di hashtag troppo piccoli, cioè a cui poche persone sono interessate, non ne avrai grande beneficio. La tua missione è trovare hashtag che siano abbastanza grandi (cioè usati e seguiti da tante persone) al punto da darti buona visibilità ma non così grandi da essere inaccessibili.
Instagram Hashtag: Come fare una ricerca da campioni
Ma come si fa a capire se un hashtag è alla tua portata? Avrai capito da solo che la metrica più elementare da tenere d’occhio è il numero di foto che sono state pubblicate con quell’hashtag, ma questa non è l’unica cosa di cui tenere conto. Devi tenere conto sopratutto di quante interazioni ricevono queste foto rispetto ai tuoi standard.
Fare questo tipo di ricerche non è assolutamente facile. È la fase più noiosa, quella in cui TUTTI mollano. A mio modo di vedere è quella che differenzia chi ha successo da chi si lamenta dell’algoritmo “cattivo” di Instagram.
Parti da account simili al tuo e scopri che hashtag usano sulle loro foto. Esplora i contenuti degli hashtag e, se raccolgono contenuti in linea con i tuoi, appuntali in una lista.
Sfrutta anche i suggerimenti del box di ricerca, troverai altre idee interessanti da aggiungere alla lista.
Questa lista è molto importante, va aggiornata spesso. Meglio creare un foglio Excel o Google Sheets, perché per ciascun hashtag dovrai segnare il numero di foto pubblicate, i like e i commenti che ricevono in media le foto nei post popolari.
Dopo questa prima fase in cui aggiungi gli hashtag, dovrai raggrupparli per tipologia, (spezie, origano, ne abbiamo parlato poco fa). Adesso il tuo archivio prende forma.
Continua il lavoro scartando gli hashtag troppo competitivi, quelli i cui post popolari ricevono un numero di interazioni troppo più alto rispetto ai tuoi standard. Ricevi in media 450 like e 20 commenti? Non entrerai nei post popolari di un hashtag utilizzato da chi ottiene 1000 like e 500 commenti. Continua a cercare e calibrare la lista in modo da avere la maggior parte degli hashtag con interazioni alla tua portata.
Si ma alla fine che hashtag scelgo? Solo quelli in cui entro facilmente tra i top? E quelli un po’ più grandi? E quelli grandissimi? Tempo fa giravano delle “ricette” nei vari gruppi dedicati all’argomento.
Il mio consiglio è di volare basso all’inizio, usando hashtag alla nostra portata e inserendone man mano qualcuno più grande e più difficile da conquistare. Solo facendo dei test troverai la tua formula.
Hashtag: Strumenti utili
Sono contento che tu sia arrivato fin qui! Ti sarai reso conto che non c’è niente di difficile da capire. Concordo con te se stai pensando che il lavoro da fare non è dei più divertenti. Per fortuna esistono degli strumenti relativamente economici che renderanno sicuramente più veloce il lavoro.
Quelli che preferisco sono Flick e Hashtastic. Sono molto simili tra loro e non serve utilizzarli entrambi, ti consiglio di fare la prova gratuita e scegliere quello con cui ti trovi meglio.
Flick ha tra i suoi vantaggi una visualizzazione a grafico che ti permetterà di capire facilmente quanto gli hashtag che stai scegliendo siano correlati tra loro.
Hashtastic ha un’interfaccia più semplice e funziona anche da mobile.
Entrambi ti permettono di tenere facilmente sotto controllo tutte le metriche utili di cui abbiamo parlato facendoti risparmiare un sacco di tempo prezioso.
Grazie per essere arrivato fino in fondo, spero che tu abbia trovato utile questa guida su come usare gli hashtag su Instagram.
Alla prossima!